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Ma 間 è uno spazio libero fra più cose, è un intervallo neutro fra più avvenimenti. È un vuoto che separa e che contemporaneamente unisce per le implicazioni di immagini, di gesti, di parole e di suoni che sottintende. È una lettura fra le righe. È un nulla percepito come una virtualità creativa per l’immaginazione. In un quadro, sono le nebbie con cui il pittore vela i dettagli di un paesaggio per lasciare a chi guarda la libertà di inventarne altri, sempre nuovi e diversi. […] In un discorso fra amici cari, ma è il tempo del silenzio, ma anche di una più intima intesa, di una completa comunicazione; è l’intraducibile sensazione di essere all’unisono.    

 

                                                                 

Massimo Raveri, nel suo libro “Itinerari nel sacro“

   

​MA é uno studio di professionisti con sede a Siracusa che dal 2005 è attivo nella progettazione architettonica, nel restauro, nella pianificazione del paesaggio e nella progettazione di eventi e allestimenti.
Per MA ogni attività di trasformazione del territorio, dalla scala più vasta a quella di dettaglio, deve essere la sintesi di un pensiero che matura solo grazie ad una approfondita analisi delle conseguenze sociali, economiche e ambientali che l’opera architettonica genera.
Il progetto architettonico è spinto dal richiamo intangibile a gesti semplici, concreti e di un profondo carattere culturale.

​Tesi di Laurea - Università degli Studi Di Catania, Sede di Siracusa - Relatore Prof. Fabio Ghersi. AA 2008-2009

L.E.A.P.I. LABORATORIO  ETNEO  APICOLTURA  PROGETTO  INTEGRAZIONE

                                         SISTEMA DI STRUTTURE PER LA PRODUZIONE E LA VALORIZZAZIONE DEL MIELE A ZAFFERANA ETNEA

Ciò che piacevolmente si trae da ogni esperienza è senza dubbio un insegnamento nuovo che ti fa assaporare la consapevolezza di aver fatto un passo in più e magari di essere migliorato in un aspetto che fino a quel momento avevi trascurato. Dentro metteremo anche gli errori, tanti, ma che ci hanno fornito un archivio da non buttare e da mettere li, accanto a ciò che di buono abbiamo tratto da questa esperienza.
Di certo il tempo ci aiuterà a superare la sensazione di rigetto e dunque non diremo più: “basta miele!”. Ma in effetti il miele era solo un pretesto per rendere meno amare le ore davanti al computer ed una ragione per approfondire e confrontarci su una metodologia di approccio ad un determinato problema.
Ciò che di più interessante si trae da questo lavoro non è tanto se tutte le scatolette del progetto fossero riposte in perfetto ordine ma se vero è che quelle scatolette dovessero esistere li, in quel luogo.
Pertanto l’intervento diventa profondamente giustificato, non tanto nel gesto progettuale o compositivo ma nella radice stessa dell’idea. Il miele a Zafferana è una risorsa e va valorizzata: capire come fare, ricercare la ragione di come si manifesta un fenomeno e trovare i legami con altri apparentemente distanti è stato l’obiettivo di questa esperienza.In altre parole cercare di dimostrare che il progetto è valido perché sono vere le esigenze di quel territorio. Il resto è un gesto su di un foglio, discutibile, opinabile, bello o brutto, ma ci piace certamente dire, realizzabile.

2010 - present

2010 - present

"Conclusioni" Estratto dalla relazione del progetto.  

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